Mattia, per Clara, era il ragazzo più carino della scuola. Da mesi, con le sue amiche pettegole, si ritrovava ammirata, quasi un po’ incantata, di fronte a lui, ogni qual volta lo incrociava all’uscita della scuola.
Mattia non era mai solo. Aveva attorno sempre miriadi di ragazze che gli ancheggiavano, vistosamente, intorno, quasi facessero a gara per vincere un premio non in palio. Mattia dava, a Clara, proprio questa impressione: esser un premio mai in palio. Bello, sorridente, disponibile, ma sempre distante e distaccato. Forse era questo il suo fascino, si chiedeva la ragazza. Forse l’esser irraggiungibile era il fascino delle persone più desiderate. Clara non si sentiva desiderata e tanto meno desiderabile. Si sentiva, da sempre, la colei che nessuno si filava. Viveva questa sua caratteristica come un difetto, un limite al suo esser viva e femmina. Nonostante la giovane età lei aveva ben chiaro cosa desiderasse dalla vita: esser desiderata, ammirata e ricercata, ma questo alle scuole medie non si era avverato e tanto meno al suo primo anno di magistrali. In realtà, Clara, non era affatto consapevole di sé. Clara aveva un fascino speciale, tutto suo, che però spaventava e allontanava i ragazzi, i pivelletti ma anche i bulletti della scuola maschile che frequentava Mattia. Clara aveva uno strano sapore sapeva, non si sa come, non si sa perché, di creatura di altri tempi.
Mattia era attratto notevolmente da questa creatura, contrariamente alle certezze ci Clara, lui l’aveva notata dal primo giorno e mai aveva trovato il coraggio o meglio l’occasione per invitarla a uscire, prima di oggi.
Oggi i due camminavano mano nella mano, all’uscita della scuola , verso i giardinetti, invidiati dallo stuolo ancheggiante delle ragazzine più sicure e vanitose della scuola. Quelle ragazzette certe di passare la loro estate in compagnia di Mattia. Queste ragazzette si sbagliavano di grosso, la loro innata presunzione aveva offuscato, ai loro occhi, il vero oggetto del desiderio di Mattia: la piccola Clara.
Mano nella mano, giocherellando con le dita, Clara e Mattia, si facevano baciare dal sole di un giorno di maggio. L’aria del parco era pacata, morbidamente calda. I vestiti già leggeri, erano già troppo pesanti e, in cerca di un luogo fresco e appartato, i due camminavano silenziosi l’uno accanto all’altra, come a pregustarsi l’imminente giovanile intimità.
L’emozione di Clara era percepibile nel suo fare leggermente impacciato e intimidito. Clara sperava e desiderava che Mattia la baciasse e ora seduti soli su una panchina, finalmente, isolata, lo guardava sorridente e silenziosa. A Mattia la parola non era mai mancata, anzi la parlantina, ma da navigato adolescente che era sapeva, che non c’era da parlare adesso ma solo da cogliere, nel silenzio l’attimo giusto per baciarla. Voleva le labbra morbide e piccole di Clara. Desiderava conoscere la morbidezza della sua pelle. Con fare deciso ma apparentemente titubante, Mattia, decide di spostare dal viso di Clara, quella ciocca di capelli morbidi che le percorreva il viso. Clara immobile e viva non osava muoversi. Mai aveva avuto un ragazzo così vicino al suo volto. Dentro di lei sperava e bramava che quel momento fosse il momento. L’attimo del suo primo bacio.
Falsamente esitante Mattia le accarezza prima il volto, nella sua interezza, fissandola costante negli occhi, poi lo zigomo sinistro e subito dopo il labbro inferiore. Clara ferma e quasi impietrita non sa che fare. Ha paura. Paura di rovinare tutto, stessa ma diversa paura di Mattia. Anche lui ha paura, ma non la stessa di lei. Una differenza sottile ma abissale fra i due. Tra una Clara timida e insicura e un Mattia giovane ma sicuro di sé in cerca di voglie adolescenziali da sfamare. Scafato, come pochi della sua scuola di provincia, Mattia accoglie nella sua mano la testa di Clara e l’attira a sé, premendo le sue labbra sulla morbida bocca di lei. Impacciata Clara sente la lingua di Mattia farsi spazio dentro di lei. Emozionata e leggermente scioccata Clara resta ancora più immobile. L’emozione della vicinanza di Mattia la inebria, ma quella lingua nella sua bocca non le dona piacere, ma un leggero disgusto. Si sente invasa da qualcosa si umidiccio e grosso. Qualcosa di troppo lontano da quello che si era immaginata e pregustata nei suoi sogni ad occhi aperti. Ne era quasi schifata, ma Mattia restava un tipo sveglio per i suoi diciassette anni e, pur non rendendosi conto che era il primo bacio in assoluto di quella strana e sfuggente creatura, istintivamente sapeva di dover coinvolgere Clara in modo dolce e, inconsapevolmente, lussureggiante, accarezzandola prima sul volto, poi sul collo e infine, audaciamente, sotto la maglietta.
Clara era morbida e golosa per la sua giovane età, era, sotto quella maglietta, una donna invitante e ancora più desiderabile di quanto già non fosse come ragazza. Mattia si stava perdendo sulla pelle liscia di Clara, e lei si stava inebriando di sensazioni nuove, contraddittorie ma fortemente eccitanti. Clara si stava innamorando, non di Mattia, ma delle sue mani, della sua disgustosa lingua, del piacere che il suo corpo svelava per la prima volta.
Mattia non era mai solo. Aveva attorno sempre miriadi di ragazze che gli ancheggiavano, vistosamente, intorno, quasi facessero a gara per vincere un premio non in palio. Mattia dava, a Clara, proprio questa impressione: esser un premio mai in palio. Bello, sorridente, disponibile, ma sempre distante e distaccato. Forse era questo il suo fascino, si chiedeva la ragazza. Forse l’esser irraggiungibile era il fascino delle persone più desiderate. Clara non si sentiva desiderata e tanto meno desiderabile. Si sentiva, da sempre, la colei che nessuno si filava. Viveva questa sua caratteristica come un difetto, un limite al suo esser viva e femmina. Nonostante la giovane età lei aveva ben chiaro cosa desiderasse dalla vita: esser desiderata, ammirata e ricercata, ma questo alle scuole medie non si era avverato e tanto meno al suo primo anno di magistrali. In realtà, Clara, non era affatto consapevole di sé. Clara aveva un fascino speciale, tutto suo, che però spaventava e allontanava i ragazzi, i pivelletti ma anche i bulletti della scuola maschile che frequentava Mattia. Clara aveva uno strano sapore sapeva, non si sa come, non si sa perché, di creatura di altri tempi.
Mattia era attratto notevolmente da questa creatura, contrariamente alle certezze ci Clara, lui l’aveva notata dal primo giorno e mai aveva trovato il coraggio o meglio l’occasione per invitarla a uscire, prima di oggi.
Oggi i due camminavano mano nella mano, all’uscita della scuola , verso i giardinetti, invidiati dallo stuolo ancheggiante delle ragazzine più sicure e vanitose della scuola. Quelle ragazzette certe di passare la loro estate in compagnia di Mattia. Queste ragazzette si sbagliavano di grosso, la loro innata presunzione aveva offuscato, ai loro occhi, il vero oggetto del desiderio di Mattia: la piccola Clara.
Mano nella mano, giocherellando con le dita, Clara e Mattia, si facevano baciare dal sole di un giorno di maggio. L’aria del parco era pacata, morbidamente calda. I vestiti già leggeri, erano già troppo pesanti e, in cerca di un luogo fresco e appartato, i due camminavano silenziosi l’uno accanto all’altra, come a pregustarsi l’imminente giovanile intimità.
L’emozione di Clara era percepibile nel suo fare leggermente impacciato e intimidito. Clara sperava e desiderava che Mattia la baciasse e ora seduti soli su una panchina, finalmente, isolata, lo guardava sorridente e silenziosa. A Mattia la parola non era mai mancata, anzi la parlantina, ma da navigato adolescente che era sapeva, che non c’era da parlare adesso ma solo da cogliere, nel silenzio l’attimo giusto per baciarla. Voleva le labbra morbide e piccole di Clara. Desiderava conoscere la morbidezza della sua pelle. Con fare deciso ma apparentemente titubante, Mattia, decide di spostare dal viso di Clara, quella ciocca di capelli morbidi che le percorreva il viso. Clara immobile e viva non osava muoversi. Mai aveva avuto un ragazzo così vicino al suo volto. Dentro di lei sperava e bramava che quel momento fosse il momento. L’attimo del suo primo bacio.
Falsamente esitante Mattia le accarezza prima il volto, nella sua interezza, fissandola costante negli occhi, poi lo zigomo sinistro e subito dopo il labbro inferiore. Clara ferma e quasi impietrita non sa che fare. Ha paura. Paura di rovinare tutto, stessa ma diversa paura di Mattia. Anche lui ha paura, ma non la stessa di lei. Una differenza sottile ma abissale fra i due. Tra una Clara timida e insicura e un Mattia giovane ma sicuro di sé in cerca di voglie adolescenziali da sfamare. Scafato, come pochi della sua scuola di provincia, Mattia accoglie nella sua mano la testa di Clara e l’attira a sé, premendo le sue labbra sulla morbida bocca di lei. Impacciata Clara sente la lingua di Mattia farsi spazio dentro di lei. Emozionata e leggermente scioccata Clara resta ancora più immobile. L’emozione della vicinanza di Mattia la inebria, ma quella lingua nella sua bocca non le dona piacere, ma un leggero disgusto. Si sente invasa da qualcosa si umidiccio e grosso. Qualcosa di troppo lontano da quello che si era immaginata e pregustata nei suoi sogni ad occhi aperti. Ne era quasi schifata, ma Mattia restava un tipo sveglio per i suoi diciassette anni e, pur non rendendosi conto che era il primo bacio in assoluto di quella strana e sfuggente creatura, istintivamente sapeva di dover coinvolgere Clara in modo dolce e, inconsapevolmente, lussureggiante, accarezzandola prima sul volto, poi sul collo e infine, audaciamente, sotto la maglietta.
Clara era morbida e golosa per la sua giovane età, era, sotto quella maglietta, una donna invitante e ancora più desiderabile di quanto già non fosse come ragazza. Mattia si stava perdendo sulla pelle liscia di Clara, e lei si stava inebriando di sensazioni nuove, contraddittorie ma fortemente eccitanti. Clara si stava innamorando, non di Mattia, ma delle sue mani, della sua disgustosa lingua, del piacere che il suo corpo svelava per la prima volta.
C’è un lapsus calami nella penultima riga del penultimo capoverso: audaciamente invece di audacemente. Alberto Savinio l’avrebbe lasciato, non senza prima averne spiegato le ragioni, peraltro evidentissime. Bel racconto, non Anais Nin, ma piuttosto Violette Leduc (soprattutto Therèse et Isabelle, ma anche La chasse à l’amour, che non dev’esser reperibile in italiano). Brava Zoe.
E’ vero! Questo non è lo stile di Anais … Ma Zoe sa perchè ho fatto quel riferimento.
Zoe … che da un pò di tempo si ferma sempre a rispondere al commento prima del mio … (???)
In ogni caso, il punto di vista scelto da Zoe non è di necessità quello femminile. In questo racconto, per esempio, non è diffiicile trovare tracce anche di Pierre Louys e altri galanti a lui coevi. C’è del garbo, in queste parole, e molto maggior riserbo (il non detto sopravanza di lungi il detto)
i 2 racconti:
rispecchiano molto l’amabilmente…
e poco la stronzetta…..
se riuscita a farmi tornare indietro nel tempo…
piu’ che malinconia però ho provato amarezza…
ma questa è un’altra storia…
oddio, non sono capace di fare una recensione, ma anche stavolta, la storia l’ho sentita… fisicamente. (l’unico appunto, è che anche stavolta i personaggi sono belli e desiderabili)
Tutti quei corsivi. Un vero peccato.
Buon sabato tesoro…
***
Anonimo, la Nin mi piace molto, Ahimè (ho un rapporto ambiguo o forse ambivalente con questa donna),Violette Leduc la conosco solo di nome, sai?
in cosa la ricorderei?
un saluto bello come semnpre qui da…te
karl,
assolutamente del tutto casuale, niente di personale, davvero, forse succede perchè magari i tuoi commenti sono un po’ più articolati e necessitano di più tempo da parte mia, che ultimamente non ho.
Hai ragione! Perdonami.
Continua a sperimentare anche durante la mia assenza.
Sono curioso di leggerti al mio rientro.
… Il formato del (tuo) libro lo preferisci tradizionale o quadrato?
che emozione leggerti cosi! un libro? mi fai poi la dedica?
😀
Brava Zoe, sei brava…un consiglio da zia … ho notatoche hai cambiato i tempi verbali come ti era stato suggerito in un commento precedente…ecco vorrei dirti, non prendere troppo sul serio le critiche letterarie che trovi tra i commenti..FAI COME SENTI DI FARE. Un bacione Ciffola
leggerti è stato come tornare indietro di tanti anni, su un’altra panchina, in un’altra epoca! Bel racconto colmo di sensualità e garbo, complimenti Claudia
Disegnare….con le dita sul volto…ripercorrere il profilo degli zigomi…delle labbra…del naso….mentre gli occhi guardano…oltre gli occhi…scostare piano i capelli….dietro le orecchie…senza che quello sguardo si interrompa…che quegli occhi smettano di viaggiare…dentro di lei…
Grazie
Mi piace il tuo blog ,
sopratutto quello che ci scrivi .
Io cerco di invitare chi non si nasconde dietro costruzioni estetiche
che dopo lette ti lasciano il nulla dentro.
Io li chiamo sosia Karmici
maschere perfette che nel web hanno trovato il luogo ideale
per fare una cosa davvero brutta
come fanno “le sanguisughe di sentimenti”.
Buona Giornata
Un abbraccio
c.A.T
PS: Adesso questo è un Multiautore Blog
dove gli invitati possono fare Post scrivendo di qualsiasi argomento
Bravo Zoe un saluto un buon fine settimana.
Scusa se riduttivo ma o fatto una giornataccia.
Ciao Zoe,
sono passato da te per lasciare un saluto di buona domenica,
convinto di non trovare un nuovo post ma immaginandoti invece a godere oziosa dei consensi ricevuti per il precedente scritto.
Ed invece hai voluto subito rimetterti in gioco, sfidare ancora una volta criticoni e pseudo-recensionisti e sicuramente anche te stessa.
Anche stavolta hai fatto centro:hai inventato una storia credibile e romantica, hai descritto bene i due personaggi e l’ambiente che li circonda, hai creato l’atmosfera adatta senza strafare, arrivando con i tempi giusti al cuore della vicenda, con una prosa che non lascia dubbi sulle tue qualità;
davvero un lavoro ben congegnato e altrettanto felicemente portato a termine: e quando ti sarai ulteriormente affinata,
sento che non ce ne sarà più per nessuno…
Anche stavolta solo complimenti.
proprio adesso mi sono ricordato con chi pensavo di averti confusa.Con Marilù Manzini,scrittrice(credo che tu sia più brava.Secondo me)
Non mi aspettavo di trovare dei racconti, è stata una piacevole sorpresa… 🙂
Romanticamente, spero che Mattia e Clara siano solo dei nomi ricorrenti, e non la versione adolescente degli stessi personaggi del primo racconto… 😉
Ma dal punto di vista strettamente letterario bisogna riconoscere che, se degli stessi personaggi si tratta, il secondo racconto si arricchisce di una chiave di lettura diversa, di un velo di tristezza stilisticamente efficace… Clara, agonizzante nella vasca, rivede in un flashback se stessa al primo appuntamento con Mattia…
Con tutta la simpatia per Zoe, e tutte le riserve per il fintissimo libro di Manzini, si farebbe sommessamente notare che non pare legittimo il confronto di una serie di racconti – per quanto acconci sotto ogni profilo – e un romanzo – sebbene pretenzioso e, grave menda, per nulla eccitante.
Zoe rende meglio in frammenti o nelle storie ambigue di questi giorni? Questo è il dilemma. Nel mentre, la si legge con diletto, come dire
ReKiSSingZoi
Anonimo, ammetto di non aver nemmeno mai sentito Pierre Louys, ma adesso curiosa farò una ricerca in rete, come minino.
Sono, felice però di sentir definire le mie parole ocn “garbo” ma soprattutto con il non detto che io preferisco molto al detto, in alcun casi (ma non in tutti, però!)
Clown
beh, sono ben lusingata di esser riuscita a coinvolgerti, ma mi spiace molto per la tua amarezza, sai?
ma55
non ti preoccupare di recensire i miei racconti, a me interessa sapere quello che vi arriva, se vi coinvolgono, se vi lasciano indifferenti, se ci osno dei passaggi che vi hanno colpito (nel bene e nel male), tutto qui.
Non ti piacciono i personaggi fisicamente piacevoli? …
Guarda ti svelo unsegreto, nei miei racconti, quelli scritti fin’ora, i personaggi sono piacevoli, carini, ma solo uno, che non avete ancora conisciuto è davvero bello/a, gli altri sono quasi tutti rintracciabili in una qualsiasi strada di una qualsiasi città…
Quotaz
lo sai, vero, che da te resto meraviglia? Che mi aspettavo non un appunto ma una critica feroce e distruttiva?
🙂
Cinese, grazie! sei sempre il benvenuto
Sempre emozioni vive…
Un bacio dolce… sei sempre emozionante.
Lady Heather
Passavo di qui 😉 baci e buona notte
E’ appaganate leggere come descrivi l’animo umano.
wow…
ma hai cambiato stile!
(grazie M I L L E per i due commenti da me… perdona l’assenza)
mi piace il tuo modo di scrivere.
per nulla lento…
e molto dolce
vado a dormire
buona notte/buon giorno…
Ilaria
capita molto spesso che il primo bacio sia infine una disillusione.
molto meglio quelli dopo.
l’ultimo in particolare.
quello che devi ancora gustare.
sei sempre gustosamente sensuale.
bacio
brain
Zoe scrive rapido, agile, come spiegava Italo Calvino nella seconda delle c.d. Lezioni americane. E’ molto brava in questo, i racconti la stanno rivelando come narratrice autentica, no?
Karl, si sto sperimentando con estremo divertimento 🙂
il mio libro non ci sarà mai, ma se così fosse lo vorrei rettangolare, ma molto vicino a un quadrato 😉
Feli, certo che ti faccio la dedica, sai, tutto è possibile, anche che mi sia assegnato un Nobel in astrofisica.
Ciffola,
che piacere trovarti qua di nuovo! E il tuo brava mi fa spuntare il sorriso, sai sono i miei primi (attuali) esperimenti in prosa…
No, no, non ho assolutamente cambiato i tempi per il commento precedente, è da martedi che scrivo, ne o scritti anche due al giorno e ora piano piano li sto mettendo qui :).
Grazie!! Ti abbraccio
lontanoda
Che bei complimenti che mi hai fatto! E ancor di più mi fa piacere legger che ti ho fatto un po’ vivere (e rivivere) quelle sensazioni. Grazie
Alfo, mi spiace per la tua giornataccia, spero che adesso sia tutto a posto…
Hyeronimus
grazie per tuo commento, prima di tutto!
Si, mi sto’ proprio sfidando e mettendomi alla prova. Mi spiace che sia agosto, e quindi un periodo un po’ morto, perchè vorrei legger più critiche possibili.
Non credo che succederà mai che che non ce ne sarà più per nessuno ma grazie per la fiducia 🙂
Diamante sempre troppo buono con le mie parole , di questa Manzini ne ho sentito parlare, dici che ne vale la pena leggerla?
BoldItalic
nemmeno io mi aspettavo di scriver racconti fino a martedi sera 😉
adesso c’ho preso un gusto e per un po’ dovrete sorbirvi i miei deliri estivi 😉
Diciamo, che Mattia è un nome ricorrente per tutti i racconto scritti fin’ora, ma non sempre lo stesso personaggio, solo un nome. Per ora anche Clara è solo un nome (ma nel racconto di stamani è un po’ la Clara del primo racconto, ma solo un po’ e non so cosa ne farò). Come dicevo questa è una sfida che mi è stata lanciata e che si è trasformata in un bel gioco a due. qualcuno mi sta dando dei temi e io …
Non esser troppo romantico, perchè contrariamente a quanto uno si potrebbe aspettare da una con un blog Rosa e Bianco, mi sto’ scoprendo tutto fuor che romantica 🙂
gh7
meglio frammenti o racconti? non posso risponder io, anche perchè i racconti mi divertono i frammenti mi aiutano quando ho bisogno di gridare
privateoutrage
felice di emozionarti
Andrea
Grazie di esser passato… un bacio
Ilaria
davvero ti piace?
sai mi sento ancora un po’ insicura qui, nn so quanto sia una buona idea postare racconti, visto la lunghezza di questi rispetto ai miei frammenti.
Non ti scusare per l’assenza, ci mancherebbe.
un bacio
brain
è davvero così, il primo bacio, almeno per me, è stata una delusione 🙂
Sensuale in questi racconti? da te è un bel complimento, lo so
Anonimo
dovrò rileggere quel Calvino.
Narratrice autentica? Guarda che poi apro la mia ruota di pavone 🙂
Uè uè bellaaa…niente vacanze quest’anno??
ah, bello, ne quest’anno, nè gli anni passati, son anni che non le faccio, e si vede ahahah
🙂
non so se vale la pena leggerla,potrei trovarla persino interessante,come tutte le cose(ma sai,come Calvino penso che “coi miti non bisogna avere fretta”).Nel contempo so che mi piace questa tua nuova vena di prosatrice leggera e ironica,tagliente