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IX.

Nina non aveva cenato. Sola in casa girovagava senza posa. Faceva caldo, troppo anche per lei, che non aveva preferenza di stagione. Nina amava vivere e in ogni cosa si trovava a suo agio, ne godeva e ne prendeva il meglio.
Questa sera, però, era sola. Non che per lei esser sola fosse un problema, anzi, amava la sua solitudine. La viveva appieno. Nina era colma di sé e riempiva ogni istante con naturalezza. Stasera no, non trovava pace, sentiva crescere la solitudine. Sentiva che in quella domenica di fine agosto lei era sola. Sapeva Chiara con Mattia … Laura in giro nella sua Spagna… Li vedeva. S’immaginava Mattia dentro Chiara, si chiedeva cosa facesse Laura … L’immaginava e si annoiava. Smaniava per non riuscire a trovar silenzio dentro di sé. Ci sarebbe voluto niente, vestirsi, prendere la macchina e farsi un giro in centro o alzare il telefono e chiamare il primo che le veniva in mente, ma non le andava. Cercava altro. Nina non accettava di scappare da sé stessa, era sola dentro e così doveva stare. Era una che si viveva, senza fuggirsi.
Mise su un cd e lasciò scorrere le note di Sotto falso nome, un film che amava, sulla sua pelle. Si tolse gli slip e, a piedi nudi, si diresse alla finestra che dava sulla strada quasi deserta. Voleva sentire l’umido dell’estate su di sé. In piedi, divaricò appena le gambe, con una mano iniziò ad accarezzare il seno sotto il top bianco corallo e con la testa si ritrovò adolescente tra le braccia adulte di chi per primo l’aveva fatta sua. Più volte e più volte ancora. Si ritrovò nuda in quel letto matrimoniale di lenzuola blu, profumante di lei. Quella casa vissuta da un’altra alla quale lei aveva occupato il desiderio. Quell’uomo le aveva insegnato tutto. E ora, sola alla finestra, lo ricordava, lo sentiva come mai prima. Con la mano destra iniziò a sfiorarsi, prima dietro, lungamente. Poi, quando s’accorse di esser osservata dalla finestra di fronte, decise di soffermarsi tra le gambe, fissando quell’uomo che tutte le mattine la osservava, quando appena sveglia si affacciava seminuda.
Con fare evidente, l’uomo, iniziò ad accompagnare Nina nei suoi movimenti. La voglia di lei lo pervase, prese il telefono e la chiamò. Nina rispose, senza dire una parola, fece un sospiro, si limitò a sfiorare con un dito le labbra e a riporre la cornetta del telefono sul davanzale della finestra.
Si allontanò, si penetrò pensando a quell’uomo che la desiderava e sorrise a sé stessa e alla sua meravigliosa solitudine.


(continua…)