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mi compongono
foglie secche
di un albero sterile
di anima inquieta
che di solitudine
si nutre
Solitudine
temuta
odiata
paralizzante
rassicurante
Grotta
caverna di paure
mi cela
da realtà
inevitabile e
incomprensibile
la mia
Indegna
di vita
rubata
non trovo il senso
del perché
Incapace del salvarmi
da me
Sono le labbra
che sono mute
il sangue
urla
abbracciami
abbracciami
abbracciami
fallo tacere
e riempimi
di te
per svuotarmi
di me
vivimi il vuoto
strappami il silenzio
e annega con
me
come le pesche nel vino
i pesci nel mare
le foglie nel vento
vivimi
imperfetta
ammaccata
impura
infelice
mentre ti sfioro
di sorrisi e
abbracci
tornare a leggerti….
sì, qua adesso, ripartendo da sé stessi
bella come le foto, ma come le immagini, qualche aprola in meno, qua e là. ciò non toglie nulla ai richiami dell’anima e del corpo che tintinnano tra i veli al vento.
si scrive di getto e non rilegge, soprattutto, brutta abitudine, eh? 😉
ciao ladra di libri! anche io sono atterrata qui da splinder, ma ho dovuto cambiare identità 🙂
ma che bello! Sono troppo contenta di ritrovarti!
Posso chiederti perchè hai dovuto cambiare nome?
un ‘vuoto’ che urla….
come farlo smettere?…
viviti!
cosa c’è di meglio? 🙂
delle volte la nostra mente è così complicatamente complessa
c’è il pulsante “stand-by” in questi casi… e si passa al pilota automatico 😉
il mio, di pilota, mi sa che si è licenziato 😉
Parole inutili?
Dici che è veramente così?
Non sempre.
Però forse, a volte, sono inutili.
Per quanto costi scriverle
forse servono solo a noi. farle uscire per non sentir più l’anima gridarci dentro
Forse si, anche se non muore in me la speranza che le parole possano cambiare le cose
Ed è così che deve essere, continuare a crederci sempre. perché è linfa. vita.
anche quando, proprio prima che cominciasse a cedere la neve, qualcuno ti ha mostrato tutto il contrario.
Le parole, che erano speranza, sono diventate l’eco di quel grido che dicevi prima
come le foglie di Ungaretti
come l’autunno sterile
anima in una landa
con cibo lo spleen
ricaccio la condizione
la temo la aborro
gelata accogliente
antro di paranoie
palpabile indecifrabile
ladra di vita
perché non mi fuggo?
m’avvampo di vermiglio
stringimi stringimi stringimi
ferma l’emorragia
inondami colmami
perché possa ripartorirti
vivimi come sono
accettami
contagiata
spleenatica
senti il mio fiato
illuminati del mio largo sorriso
mentre ti possiedo
parafrasi per “Inutili parole”
di Zoe
accidenti, mi lasci senza parole e fai sembrare le mie davvero inutili 🙂
che emozione ritrovarti …
Davvero? mi leggevi su splinder?