1 Dicembre lotta contro l’ HIV

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Le donne rischiano di più
Per motivi di ordine biologico:
# la conformazione della vagina determina un contatto più prolungato con lo sperma;
# lo sperma contiene una concentrazione maggiore di virus rispetto alle secrezioni vaginali;
# nella mucosa vaginale e nell’ano spesso sono presenti microlesioni che possono facilitare l’ingresso del virus.
Per motivi di ordine culturale e sociale:
# spesso i partner ritengono il rapporto non protetto una forma di fedeltà e di fiducia;
# le differenze tra grandi metropoli e piccoli centri, le diverse tradizioni culturali, pesano molto sui comportamenti femminili;
# come donne non è sempre facile chiedere nei rapporti sessuali l’uso del profilattico;
# può essere difficile anche acquistarli o tenerli con sé, perché ci crea imbarazzo.
E’ sempre più evidente che le donne, in considerazione proprio delle caratteristiche tipiche del loro sesso, siano più esposte e rischino di più rispetto agli uomini di essere contagiate dal virus dell’HIV.
I dati epidemiologici dimostrano che in Italia, negli ultimi quindici anni, la proporzione di donne malate di AIDS è andata progressivamente aumentando; si è passati, nel 1985, dal 16% di donne colpite nel totale dei pazienti con AIDS, al 25% nel 1999.
Inoltre la trasmissione sessuale dell’infezione sta aumentando più rapidamente tra le donne rispetto agli uomini. Recentemente, uno studio comportamentale (Behepi-ICONA) realizzato in Italia su un campione di 2500 persone sieropositive e coordinato dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive IRCCS Spallanzani di Roma ha fornito alcune importanti caratteristiche delle donne sieropositive italiane.
Circa il 60% delle donne di questo campione ha acquisito l’infezione tramite rapporti sessuali non protetti con uomini sieropositivi e più del 70% di loro ha avuto nella vita meno di 5 partner sessuali. Di queste l’80% ha dichiarato di aver acquisito l’infezione da HIV dal partner stabile (solo il 30% era a conoscenza della sieropositività del partner al momento del contagio).
Questi dati fanno riflettere sulla pianificazione di futuri interventi di prevenzione rivolti a questo gruppo bersaglio di cui non è più possibile ignorare la particolare vulnerabilità rispetto a questa infezione.
Fonte: Ministero della Salute
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