Momento di quiete. Di silenzio interiore in giorni di strane emozioni.
Mi guardo e non mi riconosco. Mi ascolto e non mi sento. Sono lontana da me.
Ho bisogno della mia lontananza. Mi permette di trovar nuovamente il contatto con me stessa. Mi riporta sempre dentro di me. Perché spesso mi perdo e non riesco più a trovarmi. Mi cerco. Cerco quella me stessa che conosco bene, cosi mi dico. Me lo ripeto. Sento il bisogno di rassicurarmi. Piccola dentro quanto grande fuori. Bacio la mia pelle come per darle calore e farla sentire protetta. Mi guardo riflessa negli specchi e cerco di riconoscere le mie sopraciglia nere, la punta del mio naso, le mie labbra. Cerco i miei occhi. Cerco il mio sguardo. Cerco di seguire il mio grosso collo, cerco di perdere il mio sguardo nell’apertura troppo piatta tra i miei seni. Scendo sulla rotondità del mio ventre .. su quell’ombelico stretto, seguo la linea troppo stondata dei miei morbidi fianchi, seguo fin dove rientra per poi allargarsi di nuovo sulle mie cosce. Seguo questa linea che mi accarezza le mie grosse ginocchia per perdersi sulle mie caviglie fin alle punte dei miei piedi. Una linea che risale da dietro, che accarezza la curva del mio sedere e l’incavo della mia schiena per poi tornar sul mio collo e morire tra i miei capelli. Mi cerco in questi dettagli sempre uguali ma per me sempre nuovi.. dettagli che ai miei occhi cangiano per ogni mio sguardo interiore. Mi guardo e non mi riconosco mai.Ogni sguardo un riflesso nuovo… Ogni giorno .. ogni mio attimo mi ricorda la mia inutile ricerca di me …
17 domenica Ott 2004
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come ti capisco… qst post potrebbe anke essere mio… infatti se leggi il miopenultimo post capirai…
Non dico mai ciò che non penso, quando qualcosa non mi piace o non risponde alle mie aspettative taccio.
Questo pezzo che hai scritto lo sento molto, perchè mi capita spesso di osservarmi e non riconoscermi. Ti dirò che se chiudo gli occhi, io mi vedo come sono dentro, e mai come appaio fuori.
un grosso abbraccio, di primo inizio.
bella fortuna non trovarsi mai. è tipo che puoi inventarti nuova ogni volta?
Il cambiamento. E se fosse che ognuno di noi avesse davvero la possibiltà di reinventarsi?
Essere sempre uguale a se stessi per riconoscersi o accettare di immaginarsi sempre diversi?
E se fosse che in raltà nell’anima come dici tu, tutti restassero dei ragazzetti? E che forse è proprio questa la scoperta che ci fa crescere?
le mie parole scritte sono la poesia Giovane.
si riesce a giocare anche perchè si conosce la donna che ci guarda allo specchio.
è un itinerario molto sensuale…
oggi leggo questo…
Lasciatemi fuggire
-Dylan Thomas
Lasciatemi fuggire, essere libero
(Vento per il mio albero, acqua per il mio fiore),
Vivere per me stesso
e soffocare dentro di me gli dei
o schiacciare sotto il piede le loro teste di vipera.
Nessuno spazio, voi dite, nessuno spazio;
ma non mi ci terrete,
anche se è forte la vostra gabbia.
La mia forza minerà la vostra,
perforerò la vostra nuvola oscura
per vedermelo il sole,
pallido e marcio, una brutta escrescenza.
🙂 oggi niente post ridanciani…mi spiace
un altro bacio
un altra poesia domani
Io ormai credo di non essere in grado di trovare più quel me stesso di un tempo, quel ragazzo spensierato e forte che vedeva il mondo attraverso una lente di mille colori…
…adesso sono soltanto stanco, appesantito e cieco…
Ciauz!
Omero.
eccomi puntuale…
ma tu sei una ragazza golosa??
😉
Le golose
-Guido Gozzano
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine –
le dita senza guanto –
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C’è quella che s’informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L’una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un’altra – il dolce crebbe –
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un’altra, con bell’arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall’altra parte!
L’una, senz’abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D’Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m’è concesso –
o legge inopportuna! –
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte?
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Eh, si son molto golosa…
ciao piccola amabilissima! sono impicciata al lavoro ma un saluto te lo voglio proprio mandare.
come va? 🙂
Leggera.. finalmente .. fosse passerà perchè immotivata .. ma ora mi godo la mia stanchezza
in questa autostrada bisogna correre per evitare incidenti eppure si potrebbe guidare con molta più calma e cercare di capirmi è semplice mi amo o non mi amo. Se mi amo mi devo conoscere se non mi amo mi devo cercare ed è la ricerca che magicamente mi crea l’immagine nello specchio posato davanti ai miei occhi dalla magia della ricerca
mangiareperigatti come ti trovo???